Brutti, sporchi e cattivi - San Salvatore in Lauro

"Brutti, sporchi e cattivi" non è un documentario, ma poco ci manca. Le borgate romane erano (erano?) popolate anche da questi personaggi - brutti perchè spesso quando sei bello lo sei perchè sei curato, impomatato e ricco, sporchi perchè lavarsi costa e non sempre c'è l'acqua corrente, cattivi perchè... vorrei vedere voi.

Con il tocco scanzonato della commedia all'italiana ma la causticità del neorealismo sopravvissuto (male) al boom degli anni sessanta e ai tanti "boom" degli anni settanta, Scola e Manfredi ci raccontano una storia nerissima che va oltre la semplice denuncia sociale, disegnando personaggi eterni in ogni angolo del globo terracqueo (i poveri e i diversi sono sempre brutti, sporchi e cattivi)

La location è quella del battesimo dell'ennesimo membro della tribù, occasione di festa (o meglio, per fare la festa a qualcuno...) dove come al solito escono le meschinerie più grette e si tentano i propositi più truci - San Salvatore in Lauro, chiesa barocca con un magnifico chiostro rinascimentale spesso sede di mostre e attività culturali e impeziosito nelle sue cappelle da alcuni gioielli dell'arte secentesca, tra cui una Natività di Pietro da Cortona.

Certo, l'atmosfera delle volte barocche, dei marmi candidi, degli stucchi cesellati e delle tele preziose stride un po' con questa banda di bruti abitanti di baraccopoli fatiscenti, ai margini di quella così civile società che mai si sarebbe aspettata e mai si meriterebbe una tale orda di barbari figli e figliastri.

Ma meno male che oggi tutto questo non c'è più...

 

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