Acqua e Sapone - Testaccio

Verdone è uno dei più puri e accorati figli della Città Eterna, vero "core de Roma" per averne cantato i mille personaggi e macchiette, scovato inimitabili caratteristi - Mario Brega e la Sora Lella sono fondamentalmente due sue invenzioni - e dipinto le lacrime e le risate di un'intero popolo con uno spirito di osservazione fin troppo profondo.

"Acqua e Sapone", uscito nel 1983 come quarta fatica da regista, è un film tutto sommato un po' leggerino che però vale la pena di ricordare per alcune scene piuttosto preziose. Una fra queste - fin troppo pulp a pensarci bene, ma proprio per questo argutamente dissacratoria - è quella di cui abbiamo scelto di descrivere la location: il povero sor Gino muore nottetempo e con lui rimane chiusa per lutto la lavanderia in cui il sedicente "padre Spinetti" ha lasciato il vestito buono. Che fare? Beh, visto che la taglia del morto è parecchio simile a quella del nostro eroe... il miracolo può avvenire.

La location è tra le vie di uno dei quartieri più "romani" di Roma: Testaccio, stretto tra le pendici dell'Aventino, il Tevere e, per l'appunto, il "Monte dei Cocci" (formato dalle testae, ovvero i resti delle anfore buttate qui dagli antichi romani e trasformate dai secoli in una verde collinetta). Oggi Testaccio è uno dei quartieri più vivi della città ma, soprattutto, è uno dei pochi luoghi dove ancora si può respirare quell'aria popolare che rende Roma ancora più affascinante.

Nel ricordo della buonanima del povero sor Gino.

 

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