La Ragazza che Sapeva Troppo - Trinità dei Monti

"La ragazza che sapeva troppo" è considerato il primo "giallo all'italiana", il capostipite di uno dei generi più fortunati del cinema italiano che ha regalato soprattutto negli anni '70 opere famose in tutto il mondo (e studiate da registi del calibro di Tarantino e Scorsese).

Qui Mario Bava - regista di genere fra i più bravi e completi del nostro Paese - racconta con il suo solito stile onirico e velatamente morboso una storia ricca di colpi di scena e momenti di suspence, vero e proprio canovaccio per tutti i discendenti, più o meno fortunati.

Oltre a questo, il film è anche l'occasione di visitare i luoghi della Roma della "dolce vita" - visti però questa volta non dalla venerata e riverita bellezza di una Anita Ekberg ma piuttosto attraverso gli occhi di un'impaurita giovane turista americana.

Tra i luoghi del film spicca ovviamente la location della casa dove avviene il delitto da cui parte tutto: la scalinata di Trinità dei Monti, tanto bella di giorno quanto misteriosa e minacciosa nella notte romana. Ovviamente questo luogo non ha bisogno di presentazioni, essendo spesso usato come simbolo stesso della città e ospitando sui suoi gradini e ai bordi della Barcaccia milioni e milioni di turisti ogni anno. Vogliamo solo segnalare, sulla destra guardando la scalinata dalla base, la "Keats-Shelly House", casa/museo dove vissero e scrissero questi due poeti innamorati di Roma.

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